"Una bugia ripetuta mille volte diventa verità" (attribuita a Joseph Goebbels, ministro della propaganda del Terzo Reich)
Da decenni, ancora prima che iniziassi a fare questo lavoro, sento usare in modo totalmente improprio il termine hacker. È un'abitudine giornalistica: già quando i giornali si vendevano solo in edicola si faceva sensazionalismo per aumentare la tiratura. La stampa ci ha sempre "deliziati" con termini piegati male, che violentano il dizionario o stravolgono completamente il significato di una parola. E funziona. Ripeti una bugia abbastanza volte e diventa verità. Oggi milioni di persone pensano che "hacker" significhi "criminale informatico". Congratulazioni, giornalisti: missione compiuta.
Android, Linux e Gli Hackers: La Verità Che Non Ti Dicono
Android gira su oltre 3 miliardi di dispositivi. Android è basato su Linux. Linux è stato creato da hackers. I media chiamano gli hackers "criminali". Vedi la contraddizione?
Le origini della cultura hacker
Gli hackers nascono in ambienti universitari come il MIT (Massachusetts Institute of Technology), la Stanford University e la University of California, Berkeley, con community di smanettoni e ricercatori attivi su reti e progetti tecnologici.
- Al MIT, già negli anni '50 e '60, il Tech Model Railroad Club usava il termine hack per indicare una modifica ingegnosa: prima ai circuiti del plastico ferroviario, poi ai mainframe DEC.
- A Stanford, i ragazzi dello Stanford AI Lab smanettavano su PDP-10 e ARPANET.
- A Berkeley prende forma la famiglia dei sistemi BSD Unix (Berkeley Software Distribution), scritti come software libero ancor prima che Stallman fondasse il movimento GNU (GNU's Not Unix).
E sì, mi rivolgo a te, caro utente Apple, che glorifichi il tuo sistema operativo come se fosse stato partorito a Cupertino. La verità è che macOS (dalla versione 10 in poi) si basa su FreeBSD, sfruttando la gratuità del codice sorgente senza pagare un euro. In cambio, Apple non ha mai "restituito" nulla alla comunità da cui ha attinto. È sempre stata un'azienda closed, contraria alla filosofia del codice libero che pure le ha fornito fondamenta preziose. Apple ha costruito un impero da trilioni di dollari sul lavoro gratuito degli hackers. Poi ha ringraziato chiudendo tutto in un giardino recintato dove controlli zero e paghi tutto. Ironic, isn't it?
Le prime attività di hacking
Le prime attività di hacking non avevano nulla di criminale. Erano esperimenti e ricerca:
- modifiche creative a software ed editor di testo per renderli più efficienti;
- esperimenti su reti e protocolli nascosti nei laboratori universitari;
- smanettamenti su sistemi telefonici (phreaking) per capire come funzionava la rete.
Era ricerca, curiosità, passione, non frode né spionaggio. Ma "Studenti universitari sperimentano con computer" non vende giornali. "Hacker penetrano nel sistema" sì. E così è iniziata la distorsione.
Perché dobbiamo dire grazie agli hackers
Al movimento hacker dobbiamo la creazione di sistemi e software liberi come Linux e i vari BSD. Non solo perché gratuiti, ma perché con codice sorgente libero, ridistribuibile e modificabile. È così che tanti — me compreso — si sono avvicinati a questo mondo: con curiosità e un pizzico di mistero. Da lì sono nati sysadmin, sviluppatori, DBA e mille altre figure IT. Senza gli hackers non avremmo le reti, i protocolli, pezzi di codice e programmi che usiamo ogni giorno. Linux gira ovunque: su Android, router, NAS, sistemi domotici, macchine industriali, dispositivi medici. Insomma, dobbiamo a questi ricercatori e pionieri gran parte delle conquiste tecnologiche di oggi.
Il 96% dei Server Web Usa Software Open Source Creato da Hackers
Il 96% dei server web del mondo gira su software open source. Creato da hackers. Gratis. Mentre leggi questo articolo, stai usando tecnologia hacker. Ma continua pure a pensare che siano criminali.
La filosofia hacker
I movimenti hacker e open source hanno trattato l'hacking in modo filosofico oltre che tecnico, con figure a volte controverse. Ecco alcuni protagonisti:
- Richard Stallman (RMS) → fondatore del Software Libero, autore della GNU GPL e delle quattro libertà del software. Etico, ma dogmatico e spesso divisivo.
- Eric S. Raymond (ESR) → autore di The Cathedral and the Bazaar, ha spiegato i modelli di sviluppo aperto. Polemico, libertario, spesso ai margini politici della community.
- Steven Levy → giornalista che in Hackers: Heroes of the Computer Revolution ha codificato l'"Hacker Ethic". Non hacker pratico, ma grande narratore.
- Pekka Himanen → filosofo che in The Hacker Ethic and the Spirit of the Information Age ha interpretato l'etica hacker in chiave umanistica. Criticato per l'approccio troppo accademico.
- Bruce Sterling → autore cyberpunk, in The Hacker Crackdown ha raccontato la scena hacker e l'EFF. Più narratore che insider.
- Douglas Thomas → in Hacker Culture ha analizzato la cultura hacker da un punto di vista sociologico.
White hat e black hat studio contro crimine
Il problema della diffusione distorta del termine — a causa di giornalisti poco preparati — ha obbligato la comunità a inventare categorie correttive: white hat e black hat.
- I white hat incarnano l'hacking etico: chi scopre vulnerabilità per studio e per migliorare la sicurezza.
- I black hat sono quelli che sfruttano conoscenze e tecniche a fini criminali: furto di dati, spionaggio, ricatti, malware.
Questa classificazione è nata per colpa dei media, che avevano già trasformato "hacker" in sinonimo di criminale.
La Verità Scomoda sui Black Hat
I veri "black hat" non sono hackers. Sono criminali informatici che usano strumenti creati da altri. La maggior parte non ha la conoscenza profonda né la filosofia hacker. Usano exploit scaricati, script preconfezionati, malware comprato sul dark web. Chiamarli "hackers" è come chiamare un ladro d'auto "ingegnere automobilistico". Ma "Criminale informatico arrestato" non fa click. "Hacker arrestato" sì. E così il ciclo continua.
Il Business della Paura
Ti sei mai chiesto perché ogni settimana c'è un "attacco hacker" sui giornali?
È vero che l'IA permette di automatizzare tecniche di attacco, ma non è questo il punto. Il punto è che queste notizie vendono. E quando vendono, la realtà passa in secondo piano.
Ricordi il caso dello studente che aveva cambiato i voti sul PC della scuola? I giornali titolarono che aveva "hackerato il sistema" e alcuni arrivarono addirittura a parlare di rotte navali modificate. La verità? Un professore aveva lasciato il PC incustodito, e lo studente aveva semplicemente cambiato il voto indisturbato. Niente codice, niente intrusioni informatiche. Solo un'opportunità colta al volo.
Eppure sui giornali era diventato un genio del crimine informatico.
- 2022: "Hacker russi minacciano infrastrutture critiche"
- 2023: "Hacker cinesi rubano dati sensibili"
- 2024: "Gruppo hacker nordcoreano..."
Schema fisso:
- Paura
- Nemico indefinito
- "Esperti" che parlano senza sapere
- Zero conseguenze per la disinformazione
- Notizie gonfiate, falsate o palesemente inventate
I giornalisti potrebbero scrivere "criminali informatici". Ma "hacker" ha quel fascino oscuro che genera click. E così, generazione dopo generazione, la bugia diventa verità.
Come Google, Microsoft e Meta Hanno Tradito la Cultura Hacker
Google, Microsoft, Meta: tutte nate da culture hacker. Oggi? Chiudono API, limitano accessi, brevettano tutto. Hanno tradito le origini. E nessuno glielo dice.
Le parole sono importanti
Ancora oggi milioni di persone, pur usando la tecnologia tutti i giorni, non sanno cosa significhi davvero hacking, né conoscono le implicazioni filosofiche che hanno reso possibile ciò che usano. E non è certo grazie alle grandi aziende tech, che hanno preso dal mondo hacker per poi muoversi nella direzione opposta: chiudere gli utenti in gabbie dorate, in Matrix invisibili, dove l'obiettivo è imprigionare gli utenti non liberarli, non renderli consapevoli.
Il Manifesto dell'Hacker
Quando sentite parlare di hacking, ricordate che non è sinonimo di criminalità. È una realtà molto più profonda, culturale e filosofica. Per questo voglio chiudere con il famoso Manifesto dell'Hacker, scritto da Loyd Blankenship, alias +++The Mentor+++, nel 1986 dopo il suo arresto: un omaggio alle menti ribelli nel senso più sano del termine. Confesso che, ogni volta che lo rileggo, mi commuovo: forse per nostalgia della gioventù passata, forse per l'entusiasmo delle prime scoperte. Per quelli come me, che hanno iniziato scoprendo la tecnologia pezzo dopo pezzo, da outsider, questo testo rimane una sorta di inno da recitare con la mano sul petto.
Traduzione italiana completa
Un altro è stato catturato oggi. È su tutti i giornali. "Adolescente arrestato per scandalo di crimine informatico"… "Hacker arrestato dopo aver manomesso una banca"…
Dannati ragazzini. Sono tutti uguali.
Ma voi, con i vostri completi gessati da psicologi e i cervelli tecnocratici anni '50, avete mai guardato dietro gli occhi di un hacker? Vi siete mai chiesti cosa lo fa scattare, quali forze lo hanno formato, cosa lo ha plasmato?
Io sono un hacker, entra nel mio mondo…
Il mio è un mondo che comincia con la scuola… Sono più intelligente della maggior parte degli altri ragazzi, quello che ci insegnano mi annoia…
Dannato svogliato. Sono tutti uguali.
Sono alle medie o al liceo. Ho ascoltato l'insegnante spiegare per la quindicesima volta come ridurre una frazione. Io l'ho capita. "No, signora Smith, non ho mostrato i passaggi. L'ho fatto a mente…"
Dannato ragazzino. Probabilmente ha copiato. Sono tutti uguali.
Oggi ho fatto una scoperta. Ho trovato un computer. Aspetta un attimo, questo è fantastico. Fa quello che voglio io. Se sbaglia, è perché ho sbagliato io. Non perché ce l'ha con me… o perché si sente minacciato da me… o perché pensa che io sia un saputello… o perché odia insegnare e non dovrebbe stare qui…
Dannato ragazzino. Passa il tempo solo a giocare. Sono tutti uguali.
E poi è successo… si è aperta una porta verso un mondo… scorrendo nella linea telefonica come eroina nelle vene di un tossico, un impulso elettronico parte, si cerca un rifugio dall'inettitudine quotidiana… si trova una BBS. "È questo… questo è il mio posto…"
Conosco tutti qui… anche se non li ho mai incontrati, anche se non ci ho mai parlato, anche se forse non li sentirò mai… li conosco tutti…
Dannato ragazzino. Sta occupando di nuovo la linea telefonica. Sono tutti uguali…
E puoi scommetterci che siamo tutti uguali… A scuola ci hanno imboccato con pappine insipide quando avevamo fame di bistecca… e i pochi pezzi di carne che ci lasciavano passare erano già masticati e senza sapore. Siamo stati dominati da sadici o ignorati da apatici. E i pochi che avevano davvero qualcosa da insegnare ci hanno trovato alunni disposti, ma erano gocce d'acqua nel deserto.
Questo è il nostro mondo adesso… Il mondo dell'elettrone e dell'interruttore, la bellezza del baud. Usiamo un servizio già esistente senza pagare ciò che potrebbe costare una miseria, se non fosse gestito da ingordi profittatori, e voi ci chiamate criminali. Esploriamo… e voi ci chiamate criminali. Cerchiamo conoscenza… e voi ci chiamate criminali.
Esistiamo senza colore della pelle, senza nazionalità, senza pregiudizi religiosi… e voi ci chiamate criminali. Voi costruite bombe atomiche, fate guerre, uccidete, ingannate e mentite, e cercate di farci credere che sia per il nostro bene… eppure i criminali siamo noi.
Sì, sono un criminale. Il mio crimine è la curiosità. Il mio crimine è giudicare le persone per ciò che dicono e pensano, non per il loro aspetto. Il mio crimine è quello di avervi battuto in astuzia, qualcosa che non mi perdonerete mai.
Io sono un hacker, e questo è il mio manifesto.
Potete fermare un singolo individuo, ma non potete fermarci tutti… dopotutto, siamo tutti uguali.
+++The Mentor+++
Scritto da Loyd Blankenship, 8 gennaio 1986
Un'eredità da non dimenticare
La prossima volta che leggerete un titolo di giornale con scritto "hacker arrestato", ricordate: non è detto che fosse davvero un hacker. Spesso si tratta semplicemente di un criminale informatico. Gli hackers sono quelli che hanno reso possibile il mondo digitale in cui viviamo. Le parole hanno un peso. È ora di restituire alla parola "hacker" la dignità che merita.
Cosa Puoi Fare
- 1. Correggi pubblicamente
Quando vedi un articolo sbagliato: commenta, condividi correzioni. Ti diranno "ma che te ne frega". Le parole creano realtà. Frega. - 2. Occhoi a chi distorce
Testate che continuano a usare "hacker" per criminali? Prendile con le pinze, almeno sulla parte tecnologiica, visto che a quanto pare sono più interessati al clickbait che alla veriità. - 3. Supporta chi dice la verità
Condividi questo articolo. Non perché sono bravo (lo sono), ma perché restituisce dignità a una filosofia a cui dovremmo essere tutti grati. - 4. Educa all'utilizzo corretto della parole
Figli, Nipoti e tutta la tua cerchia di persone,spiega la differenza è meglio diffondere conoscenza che diventare vettori inconsapevoli dell'ignoranza
Non aspettare che "qualcuno faccia qualcosa". Tu sei quel qualcuno.